Rinnovabili in rapida evoluzione. Una riflessione sulla Sicilia

di Gianni Silvestrini

La UE rinnovabile corre grazie alla esplosione delle tecnologie verdi

La normativa europea ha visto un incremento dell’obiettivo al 2030 della quota delle rinnovabili sui consumi finali. Dal 32% previsto nel 2018, si è passati al 40% nel 2021e al 42,5% nel 2023.  Il nuovo target comporta una quota di rinnovabili elettriche compresa tra il 70% e l’80%. Obiettivi progressivamente alzati dall’aggravarsi della crisi climatica e in risposta all’aggressione russa all’Ucraina realizzabili grazie al fortissimo calo dei prezzi delle tecnologie che favorisce la crescita esponenziale delle realizzazioni.

Teniamo anche conto che la corsa delle rinnovabili è destinata ad accelerare nei due decenni successivi inquanto, dal taglio delle emissioni climalteranti del 55% al 2030 rispetto al 1990, si passerà all’obiettivo della neutralità climatica nel 2050.

Fig. 1 Crescita esponenziale della produzione di elettricità solare ed eolica, vendite di auto elettriche e di batterie nel mondo

 

L’Italia alza i propri obiettivi

L’Italia sta definendo al nuova versione del Piano nazionale Integrato Energia Clima da presentare a fine giugno.

Il precedente governo aveva ipotizzato un obiettivo del 72% di elettricità verde al 2030. Secondo il ministro dell’Ambiente Pichetto Fratin “Nel nuovo Piano prevediamo 80 GW di rinnovabili nei prossimi 7-8 anni, per ribaltare la proporzione con le fonti fossili”.  Cioè una media di 10 GW/a, contro i 3 GW installati nel 2022.

Peraltro, a metà secolo è previsto un raddoppio della domanda elettrica a causa dei processi di elettrificazione (auto elettriche, pompe di calore…) che verrà soddisfatto prevalentemente dalle rinnovabili. Ed è chiaro che si avrà una forte crescita della potenza installata nelle Regioni meridionali.

 

La Sicilia deve incrementare i suoi target

In Sicilia il PEARS (con il sottotitolo “verso l’autonomia energetica dell’isola”) approvato nel febbraio 2022, punta a una quota del 69% di elettricità verde al 2030, con una potenza installata prevista di 7,4 GW rispetto agli attuali 3,8 GW.

È molto probabile che questa percentuale verrà innalzata, in funzione dei nuovi obiettivi europei ed italiani.

Per il fotovoltaico sono previsti 3,9 GW, un incremento di 2 GW rispetto agli attuali 1,9 GW. Dove installare i nuovi impianti?  Certamente una percentuale significativa andrà sulle coperture degli edifici, sui parcheggi, sulle discariche di rifiuti esaurite.  Ma è chiaro che una quota importante sarà ottenuta con impianti a terra, auspicabilmente agrivoltaici. Quale sarà la superficie occupata?   Ipotizzando di installare a terra il 60% della potenza si utilizzerebbe lo 0,7% della superficie agricola inutilizzata. Anche raddoppiando la potenza, si arriverebbe all’1,4% della superficie agricola non utilizzata.

Naturalmente va considerato attentamente l’impatto paesaggistico e sarebbe auspicabile un limite massimo alla potenza degli impianti.  E’ chiaro che Il paesaggio cambierà come è sempre cambiato nel passato, ma ovviamente andrà prestata una grande attenzione nella progettazione degli impianti e nel coinvolgimento del territorio.

La rete elettrica andrà potenziata, considerando anche i sistemi di accumulo sfruttando anche i bacini collinari con sistemi di pompaggio.

I piani di Terna che includono il collegamento con la Tunisia e il Tyrrhenian Link per collegare Sardegna Sicilia e Campania faciliteranno la messa in sicurezza della rete e l’integrazione di una quota sempre maggiore di rinnovabili.

 

Le nuove opportunità

Gli obiettivi europei ed italiani sembrerebbero quasi impraticabili, se non ci fossero delle novità tecnologiche e normative molto interessanti, con notevoli potenziali ricadute industriali ed occupazionali.

A partire dall’ l’agrivoltaico, che consente sullo stesso terreno di garantire una produzione agricola ed una solare. Una soluzione che dovrà vedere un’attenta progettazione e adeguate sperimentazioni che potrebbero portare anche l’agricoltura dove questa era stata abbandonata, attenuando gli effetti della siccità. Conterà molto la spinta delle risorse previste dal Pnrr, ma la vera sfida riguarda la possibilità di proseguire nei decenni successivi senza bisogno di incentivi.

Quella delle Comunità energetiche rappresenta invece una novità che potrebbe consentire di replicarsi in migliaia di situazioni anche molto diverse fra loro. Dai paesi sotto 5.000 abitanti, che possono utilizzare gli incentivi del Pnrr, a interi quartieri, ad aree industriali. Sarà molto interessante verificare le modalità di coinvolgimento dei cittadini e dei soggetti coinvolti.

Inoltre, si profila l’installazione di diversi parchi eolici off-shore, in molti casi galleggianti, che rappresentano una sfida tecnologica per il Mediterraneo, dopo il successo delle varie soluzioni offshore nei Mari del Nord, con progetti realizzati a prezzi sempre più competitivi (gli ultimi non hanno avuto bisogno di incentivi).

La tecnologia flottante si sta facendo le ossa e potrebbe vedere una forte riduzione dei costi, tanto che il Dipartimento dell’Energia Usa prevede che entro il 2035 il costo dell’eolico galleggiante potrebbe ridursi del 70% arrivando a 45 $/MWh.

Il biometano da sottoprodotti agricoli e da rifiuti organici contribuisce alla produzione di gas verde; inoltre il digestato può essere utilizzato come fertilizzante ed aumentare il contenuto di carbonio dei suoli.

Infine di profila l’opportunità di produrre con sole e vento idrogeno verde. Bisognerà capire come utilizzarlo in maniera efficace (non nell’edilizia, nei treni o nelle auto dove risulta molto costoso e poco efficiente), ma ad esempio nelle industrie chimiche e nelle raffinerie presenti in Sicilia e sul lungo periodo per garantire accumuli di settimane decisivi per le rinnovabili.

 

Industrializzazione Green, ricadute occupazionali e impatto sulle tariffe

Il percorso verso la neutralità climatica al 2030-2050 comporterà in Europa, Italia e Sicilia un forte processo di industrializzazione verde.

Potranno decollare infatti iniziative su diversi fronti: solare, inverter, batterie, elettrolizzatori, mobilità elettrica…. Ma molto dipenderà dall’azione del governo regionale e di quello nazionale.

Il Piano 2030 del settore elettrico elaborato da Elettricità Futura (l’associazione delle aziende elettriche), ad esempio, prevede a livello nazionale oltre 360 miliardi di euro di benefici economici, in termini di valore aggiunto per filiera e indotto, con 540.000 nuovi posti di lavoro nel settore elettrico e nella sua filiera industriale nel 2030, in aggiunta ai 120.000 di oggi.

Fig. 2.  Evoluzione della potenza rinnovabile e degli accumuli al 2030 in Italia secondo EF

Qualcosa si sta muovendo anche in Sicilia. Enel sta ampliando a Catania la 3Sun, che entro il 2024 sarà la più grande fabbrica d’Europa per la produzione di moduli fotovoltaici ad alte prestazioni, con una capacità produttiva di 3 GW/anno.

Un settore che si rafforzerà sarà quello dei porti, alcuni dei quali verranno attrezzati per l’assemblaggio dei floater e l’integrazione delle turbine dei parchi eolici flottanti.

Ma quali sono i vantaggi delle rinnovabili, oltre a quelli occupazionali? Il beneficio più immediato è dato dalla riduzione delle bollette grazie alla installazione di impianti fotovoltaici negli edifici e nelle aziende (sono ormai 1,3 milioni gli impianti installati in Italia).

La crescita delle rinnovabili favorirà anche la riduzione del prezzo dell’elettricità, un vantaggio stimato da Elemens in 24 miliardi € nel 2030 a livello nazionale.

Ma ci sono altre modalità per aumentare le ricadute sui territori, ad esempio coinvolgendo gli operatori degli impianti rinnovabili nelle Comunità energetiche Rinnovabili o nelle Comunità energetiche dei Cittadini.

Un ulteriore nuovo strumento è costituito dai PPA, ovvero Power Purchase Agreement,  contratti a lungo termine a prezzi interessanti per l’acquisto di energia rinnovabile da parte di enti pubblici (anche attraverso Consip) nei confronti delle imprese che installeranno impianti rinnovabili senza incentivi.

 

Conclusioni

Siamo all’interno di una rapidissima trasformazione del settore energetico mondiale che sta coinvolgendo anche la Sicilia. Naturalmente la transizione andrà gestita con intelligenza. Ma non potrà essere fermata.

Le forze progressiste devono lavorare quindi per un coinvolgimento dei cittadini, per garantire un’interazione controllata con il paesaggio e favorire ricadute positive per l’economia e l’occupazione. Ma non possono essere, o sembrare, elemento di freno rispetto alle evoluzioni dirompenti che riguarderanno tutti i comparti, dall’energia ai trasporti, all’industria, all’edilizia, all’agricoltura.

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